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Aiuti di Stato: come accedere ai finanziamenti in materia di energia e ambiente

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Recentemente, molte camere di commercio hanno messo a disposizione un vademecum per orientare, sia le pubbliche amministrazioni che i beneficiari, sull’offerta e le modalità di accesso ai finanziamenti mirati al rilancio dei settori in crisi in linea con la Strategia Europa 2020. Vedremo brevemente la definizione di Aiuti di Stato, a chi sono destinati e come accedervi in particolare per i settori dell’energia e tutela ambientale.

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Cosa sono gli Aiuti di Stato (State Aid)

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Innanzitutto, ricordiamo che la politica in tema di aiuti, la c.d. SAM (EUState Aid Modernisation), si prefigge tre obiettivi principali in linea con la strategia “Europa 2020” che riassumiamo:

  1. Rafforzare una crescita sostenibile e intelligente in un mercato interno competitivo;
  2. Focalizzare il ruolo della Commissione europea (CE) sulla valutazione ex ante degli aiuti col maggior impatto sul mercato interno e incrementare il ruolo degli Stati membri nel controllo degli aiuti concessi ai sensi di “de minimis” e dei regolamenti di esenzione;
  3. Semplificare le regole per velocizzare il processo decisionale.

Per quanto riguarda l’ordinamento italiano, novità significative sono contenute nella L.234/2012, entrata in vigore nel 2013. La disciplina comunitaria riguardo allo State Aid (artt.107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’UE) ha tra i suoi principali obiettivi quello di garantire la libera concorrenza e quindi di favorire lo sviluppo del grande “Mercato Unico Europeo”, stimolando la crescita equa delle Piccole Medie Imprese (PMI) rispetto a quelle grandi.

In generale, per Aiuto di Stato s’intende un’agevolazione concessa dallo Stato (senza un corrispettivo, al lordo di imposte e altri oneri), a un numero determinato di soggetti economici (beneficiari).

L’aiuto economico, come vedremo, può assumere forme molto diverse tra loro, ad esempio:

  • un contributo a fondo perduto,
  • un finanziamento a tasso agevolato,
  • uno sconto sul valore di un immobile pubblico venduto,
  • un’esenzione da imposte o tasse,
  • un investimento con capitali di rischio pubblici,
  • un incentivo.

Gli aiuti devono essere compatibili con il mercato interno per ovviare distorsioni nella competitività. Pertanto, la CE ritiene compatibili solo gli aiuti che rispettano ciascuno dei seguenti criteri:

  1. Contribuzione a finalità di interesse comune;
  2. Necessità dell'intervento statale;
  3. Appropriatezza della misura;
  4. Proporzionalità;
  5. Trasparenza dell'aiuto;
  6. Assenza di rilevanti effetti negativi sulla concorrenza e sugli scambi commerciali fra i paesi membri.

In sintesi, distinguiamo tre diversi tipi di aiuti:

  • a finalità regionale,
  • settoriali,
  • orizzontali. 

Di seguito, ci limiteremo ad approfondire il tema degli Aiuti di Stato settoriali nei quali sono compresi gli aiuti all’energia e alla tutela dell’ambiente, mentre per le categorie di tipo orizzontale rimandiamo al Regolamento n. 733/2013 del 22 luglio 2013 e al vademecum sugli aiuti di Stato.

Aiuti di Stato in materia di energia e tutela ambientale

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Le linee guida (Regolamento n. 651/2014 della CE, del 17 giugno 2014 e dalla Comunicazione della CE sulla disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-20) in materia di aiuti ai settori dell'ambiente e dell'energia, entrate in vigore dal 1 luglio 2014, stabiliscono nuove regole per gli aiuti alle fonti di energia rinnovabili e delineano, per la prima volta, le condizioni per il sostegno agli investimenti infrastrutturali e ai progetti che assicurano adeguate capacità di generazione.

Le novità introdotte sono tese a minimizzare le distorsioni del mercato e ad aiutare gli Stati membri a raggiungere obiettivi comuni come la sicurezza degli approvvigionamenti e il progresso nella lotta contro il cambiamento climatico. Per la prima volta, la Commissione europea ha deciso di adottare orientamenti che supportano il settore energetico nel suo complesso e non riguardano unicamente le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica.

Definizioni chiave delle linee guida sugli Aiuti di Stato nei settori energia e ambiente

Riportiamo alcune definizioni chiave contenute nelle menzionate linee guida:

“Tutela ambientale o tutela dell’ambiente: qualsiasi azione volta a porre rimedio, o a prevenire un danno, o a promuovere un uso più razionale delle risorse naturali, ivi inclusi le misure di risparmio energetico e l’impiego di fonti di energia rinnovabili.

Efficienza energetica: la quantità di energia risparmiata determinata mediante una misurazione e/o una stima del consumo prima e dopo l’attuazione di una misura volta al miglioramento dell’efficienza energetica, assicurando nel contempo la normalizzazione delle condizioni che influiscono sul consumo energetico.

“Internalizzazione dei costi”: principio in base al quale le imprese che inquinano devono includere nei loro costi di produzione l’insieme dei costi legati alla tutela dell’ambiente.

“Sito contaminato”: luogo ove sia confermata la presenza, imputabile ad attività umane, di sostanze pericolose in quantità tale da rappresentare un rischio significativo per la salute umana o per l’ambiente, tenuto conto dell’uso attuale dei terreni o del loro uso futuro approvato.

Gli Aiuti di Stato più rilevanti per energia e ambiente

In linea generale, gli aiuti a favore dell’ambiente e dell’energia sono considerati compatibili con il mercato interno solo se comportano un effetto d’incentivazione del beneficiario a cambiare il comportamento: da uno insostenibile ad uno più rispettoso dell’ambiente. Precisiamo inoltre che tali aiuti non devono sovvenzionare i costi di un’attività d’impresa che comunque sosterrebbe e nemmeno devono compensare il normale rischio d’impresa di un’attività economica.

Vediamo quali sono gli aiuti più interessanti e la loro intensità:

  1. Aiuti di Stato intesi a realizzare un livello di tutela dell’ambiente superiore a quello assicurato dalle norme dell’ UE, o ad innalzarlo in assenza di norme specifiche (ad esempio gli incentivi alle diagnosi energetiche nelle PMI, poiché non sono obbligatorie come per le grandi imprese);
  2. Aiuti per l’adeguamento anticipato a future norme dell’UE (ad esempio le misure per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua);
  3. Aiuti per studi ambientali (la valutazione dell’inquinamento);
  4. Aiuti per il risanamento di siti contaminati;
  5. Aiuti a favore dell’energia da fonti rinnovabili (FER);
  6. Aiuti a favore di misure di efficienza energetica, compresi cogenerazione, teleriscaldamento e tele raffreddamento;
  7. Aiuti per l’uso efficiente delle risorse e, in particolare, per la gestione dei rifiuti (ad esempio: riduzione dei rifiuti prodotti da altre imprese in linea con la direttiva 2008/98/CE sulla gerarchia dei rifiuti);
  8. Aiuti per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2, inclusi singoli elementi della catena del sistema di cattura e stoccaggio di CO2 (direttiva 2009/31/CE);
  9. Aiuti sotto forma di sgravi o esenzioni da tasse ambientali (politica fiscale verde);
  10. Aiuti sotto forma di riduzione dell’onere di finanziamento a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
  11. Aiuti per le infrastrutture energetiche (entro il 2020 la CE ha stimato sarà necessario lo stanziamento di 200 miliardi di euro a livello europeo).

Sottolineiamo che l’effetto d’incentivazione, mediante l’aiuto economico, deve essere tale da modificare il comportamento delle imprese interessate spingendole ad intraprendere un’attività supplementare che non svolgerebbero senza l’aiuto di Stato, o svolgerebbero soltanto in modo limitato, o diverso. In altri termini, la politica della UE eliminerà gradualmente i sussidi dannosi all’ambiente (ad esempio: agevolazioni sul consumo di combustibili fossili) anche se la gestione del diesel gate emersa nel 2015 non pare essere una buona partenza per contrastare l’inquinamento dovuto ai gas climalteranti. Nella seguente tabella riassumiamo le tipologie di aiuti dettagliati in base all’intensità e alla taglia del beneficiario.

 

 

Tipologia di aiuti

Intensità, importo o

caratteristica degli aiuti

alle imprese

PiccoleMedieGrandi
Aiuti agli investimenti che consentono alle imprese di andare oltre le norme dell'UE in materia di tutela ambientale, di innalzarne il livello in assenza di tali norme60%50%40%

Aiuti agli investimenti per l'adeguamento anticipato a future norme dell'UE

- più di 3 anni

- da 1 a 3 anni

20%

15%

15%

10%

10%

5%

Aiuti agli investimenti a favore di misure di efficienza energetica50%40%30%

Aiuti agli investimenti a favore di progetti per l'efficienza energetica degli immobili (possono essere concessi sotto forma di una dotazione, di equity, di una garanzia o di un prestito a favore di un fondo per l'efficienza energetica, nonché di un altro intermediario finanziario, che li trasferiscono integralmente ai proprietari degli immobili o ai locatari). Gli aiuti possono essere concessi per le seguenti misure (con un comprovato risparmio energetico o con un utilizzo di fonti energetiche rinnovabili):

a) Isolamento termico di tetti, soffitti dell’ultimo piano e terrazze non calpestabili di edifici esistenti;

b) Isolamento termico di muri esterni, soffitti della cantina, portici e terrazze calpestabili di edifici esistenti;

c) Sostituzione di finestre e porte-finestre di edifici soggetti a tutela degli insiemi per i quali vige la misura protettiva del divieto di demolizione;

d) Installazione di impianti solari per il riscaldamento dell’acqua e/o della piscina;

e) Installazione di impianti solari per il riscaldamento e/o il raffreddamento;

f) Installazione di impianti di riscaldamento a biomassa alimentati automaticamente;

g) Installazione di caldaie a gassificazione);

h) Installazione di pompe di calore geotermiche;

i) Termorecupero da impianti di raffreddamento per prodotti;

j) Installazione di impianti fotovoltaici ed eolici per la produzione di energia elettrica;

k) Studi di fattibilità tecnica ed economica.

Gli aiuti concessi dal fondo per l'efficienza energetica o da un altro intermediario finanziario a favore di progetti ammissibili per l'efficienza energetica possono assumere la forma di prestiti o di garanzie.
Il valore nominale del prestito o l'importo garantito non superano 10 milioni di EUR per progetto a livello dei beneficiari finali.
La garanzia non supera l'80 % del relativo prestito
Aiuti agli investimenti a favore della cogenerazione ad alto rendimento65%55%45%*
Aiuti agli investimenti volti a promuovere l’energia prodotta da fonti rinnovabili (intensità variabile a seconda del metodo di calcolo)

60% o

55% e

100%

con gara

50% o

45% e

100%

con gara

30 o

45% e

100%

con gara

Aiuti al funzionamento volti a promuovere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabiliAiuti concessi sotto forma di premio che si aggiunge al prezzo di mercato al quale i produttori vendono la propria energia elettrica direttamente sul mercato. Condizioni specifiche sono previste per impianti di capacità ridotta
Aiuti al funzionamento volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili in impianti su scala ridotta

L'importo dell'aiuto per unità di

energia non supera la differenza tra i costi totali livellati della produzione di energia dalla fonte rinnovabile in questione e il prezzo di mercato della forma di energia interessata

Aiuti sotto forma di sgravi da imposte ambientali in conformità della direttiva 2003/96/CEI beneficiari degli sgravi fiscali versano almeno il rispettivo livello minimo di imposizione previsto dalla direttiva 2003/96/CE.
Aiuti agli investimenti per il risanamento di siti contaminati100%100%100%
Aiuti agli investimenti per teleriscaldamento e teleraffreddamento efficienti sotto il profilo energetico65%55%45%
Aiuti agli investimenti per il riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti55%45%35%

Aiuti agli investimenti per le infrastrutture energetiche

(solamente in zone assistite)

L'importo dell'aiuto non supera la differenza tra i costi ammissibili e il risultato operativo dell'investimento.
Aiuti per gli studi ambientali70%60%50%

Chi può beneficiare degli Aiuti di Stato

Premesso che i criteri di assegnazione degli aiuti economici sono uniformi all’interno della UE, l’approccio della CE, nell’esaminare una misura di aiuto, mira ad individuare nella domanda di finanziamento, i seguenti aspetti fondamentali:

  • gli obiettivi perseguibili con gli aiuti (ad esempio ricerca e sviluppo, investimenti produttivi, formazione, occupazione, ecc.),
  • l’adeguatezza degli strumenti applicabili,
  • le spese ammissibili e le diverse condizioni di compatibilità a cui attenersi.

Possono richiedere gli aiuti di Stato le imprese (a prescindere dalla propria forma giuridica) definite come PMI (fino ai 250 occupati, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro, o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro), o gli enti che svolgono un’attività d’impresa (ad esempio: enti pubblici, consorzi, o associazioni anche no profit). Precisiamo che la CE non considera le fondazioni bancarie come imprese, per il mero controllo di imprese strumentali. Tuttavia, la Corte di Giustizia ha precisato che devono essere considerate “imprese” le fondazioni bancarie qualora, agendo direttamente in ambiti di interesse pubblico e di utilità sociale, siano in grado di offrire beni, o servizi, sul mercato in concorrenza con altri operatori (ad es. in settori come la ricerca scientifica, l’educazione, l’arte o la sanità).

Il Vademecum sugli Aiuti di Stato

Dai siti web delle Camere di commercio (CC.AA.), di Confindustria o delle regioni, è possibile scaricare gratuitamente un vademecum sugli aiuti di Stato, aggiornato all’ultima approvazione della Carta nazionale degli aiuti approvata dalla CE nel settembre del 2014. Il vademecum è particolarmente utile ai consulenti e agli enti erogatori in genere, quindi non solo ai funzionari delle camere di commercio, ma anche delle pubbliche amministrazioni (regioni, comuni, ecc.).

Si tratta dunque di una guida pratica dove si trovano, oltre ai testi normativi comunitari più rilevanti, anche i modelli predisposti per le comunicazioni alla CE, e per le dichiarazioni delle imprese da presentare direttamente alle CC.AA., o indirettamente (attraverso i Confidi o alle associazioni di categoria). Il Vademecum chiarisce, con interessanti esempi, i più frequenti dubbi sulla legalità dei contributi concessi, ad esempio come regola generale sono vietati tutti quelli utili al funzionamento amministrativo, privi di carattere innovativo poiché limitati alla gestione corrente di una società. Raccomandiamo, dunque, prima di confezionare una domanda di aiuto, di analizzare tali esempi per evitare spiacevoli sorprese e perdita di risorse.

Come accedere ai finanziamenti

Gli aiuti di Stato sono attuati attraverso bandi, o avvisi pubblici (ai sensi del Regolamento n. 1407/2013 della CE del 18/12/2013). Le intensità degli aiuti economici sono espresse in percentuali del valore di ESL e variano regionalmente, in base alla Strategia Europa 2020, da un 10% (fino al 20% per le PMI)  a un 25% (le c.d. zone “a”: Italia meridionale). La domanda di aiuto, da inviare all’ufficio regionale competente, deve contenere almeno le seguenti informazioni:

  • nome e dimensioni dell'impresa;
  • descrizione del progetto, comprese le date di inizio e fine;
  • ubicazione del progetto;
  • elenco dei costi del progetto;
  • tipologia dell'aiuto (sovvenzione, prestito, garanzia, anticipo rimborsabile, apporto di capitale o altro) e importo del finanziamento pubblico necessario per il progetto.

Per avere un’idea degli interventi statali tipici rimandiamo all’allegato 2 della C200/46 del 2014 dove sono elencati alcuni esempi in funzione di costi ammissibili, mirati ad aumentare il livello di tutela ambientale, o a  rafforzare il mercato interno dell’energia. Nella tabella seguente riportiamo i punti di contatto regionali in materia di aiuti di Stato http://www.politicheeuropee.it/attivita/19110/aiuti-di-stato-punti-contatto:

AbruzzoGiovanna Andreolagiovanna.andreola@regione.abruzzo.it
BasilicataPresidente della Regionedg_presidenza.giunta@regione.basilicata.it
CalabriaPaola Rizzop.rizzo@regcal.it
CampaniaRaffaele Chianeseraffaele.chianese@regione.campania.it
Emilia RomagnaEnrico Cocchidpa@regione.emilia-romagna.it
Friuli Venezia GiuliaOlga Simeonolga.simeon@regione.fvg.it
LazioTiziana Petuccitpetucci@regione.lazio.it
LiguriaGabriella Dragogabriella.drago@regione.liguria.it
LombardiaEmanuele Prosperiemanuele_prosperi@regione.lombardia.it
MarcheCristiana Spositocristiana.sposito@regione.marche.it
MoliseGaspare Toccig.tocci@regione.molise.it
PiemonteDavide Donatidavide.donati@regione.piemonte.it
PugliaPasquale Orlandop.orlando@regione.puglia.it
SardegnaGabriella Massiddapres.dirgen@regione.sardegna.it
SiciliaMaria Mattarellamaria.mattarella@ull.regione.sicilia.it
ToscanaPatrizia Magazzinipatrizia.magazzini@regione.toscana.it
Trentino Alto AdigePresidente regionepresidente@regione.taa.it
UmbriaLuigi Rossettilrossetti@regione.umbria.it
Valle d’AostaFausto Ballerinif.ballerini@regione.vda.it
VenetoLisanna Simonlisanna.simon@regione.veneto.it


Concludiamo con una riflessione stimolata da uno studio di alcuni ricercatori, diretti dal prof. Francesco Giavazzi pubblicato nel 2011 sull’efficacia degli aiuti di Stato.

Le imprese italiane nel 2011 hanno beneficiato di circa 36 miliardi di euro grazie agli aiuti di Stato. Oggi possiamo tranquillamente affermare che si è trattato di una cifra considerevole se relazionata con il debito pubblico di quell’anno pari 1,9 miliardi di euro (il 120,7% del PIL), poiché rivelatasi ininfluente sulla crescita economica. In pratica, alcuni anni più tardi, precisamente nel luglio del 2014, avremmo raggiunto il massimo debito pubblico storico: 2,1 miliardi di euro.

Secondo il Giavazzi, potremmo risparmiare circa 10 miliardi di euro in aiuti se tutti gli enti erogatori li gestissero in modo più responsabile, evitando infiltrazioni mafiose e sovvenzioni alle imprese prive di seri piani di ristrutturazione. Inoltre -ravvisa lo studioso- in tale modo conseguiremmo anche una crescita del PIL più che proporzionale al reddito procapite, di circa 1,5% nell’arco di due anni.

E infine -sostiene il professore- una seria e trasparente politica di controllo degli aiuti di Stato determinerebbe un auspicabile alleggerimento della pressione fiscale, ora talmente vessatoria da impedire la competitività dei nostri prodotti e servizi nei mercati internazionali.


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