Saranno i fratelli portoghesi Manuel e Francisco Aires Mateus a realizzare la Facoltà di Architettura a Tournai nel cuore della città belga, tra le più antiche della regione Vallonia. La nuova struttura di 7.000 mq, selezionata tra i progetti dei locali Robbrecht & Daem e dei francesi Lacaton & Vassal, coinvolge l’ospedale settecentesco destinato agli uffici amministrativi, e due capannoni industriali convertiti in aule scolastiche e biblioteca. I lavori inizieranno entro la fine dell’anno così che gli studenti potranno usufruire delle strutture già nel 2015.
L'UNIVERSITY OF TECHNOLOGY DI DELFT E IL FRONT OFFICE DI LIBRI RICICLATI
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IL PROGETTO ARCHITETTONICO PER LA FACOLTÀ
Selezionato tra 25 progetti che hanno risposto al concorso, nasce dalla collaborazione tra lo studio Mateus e la società Tradeco.
Gli architetti lisbonesi prevedono la demolizione di alcuni edifici per creare uno spazio alberato e una struttura coperta, nuovo nucleo dell’intero organismo, ma includono il riutilizzo degli edifici industriali della Cofidis e del vecchio ospedale del XVIII secolo in buono stato conservativo. Il nuovo corpo sarà adibito ad auditorium, spazi espositivi e pubblici. La geometria pura e scultorea sorge accanto ai volumi in mattoni, collegando le preesistenze e sfruttando al massimo le loro potenzialità.
Come spiegano gli stessi progettisti: "Vogliamo che l'edificio sia il più neutrale possibile, senza scomparire sullo sfondo. Ci interessa l'idea di memoria e, soprattutto, vogliamo trattare l'architettura non solo come forma ma soprattutto come spazio."
L’intervento che nasce dai severi vincoli imposti dal bando e dal budget ristretto (5 milioni di euro per i lavori e 5 milioni di euro già spesi per il sito), riesce a stabilire un nuovo valore architettonico al quartiere eterogeneo e dà priorità assoluta alla comunità e allo spazio pubblico. Dagli interstizi creati tra il nuovo e il vecchio penetra la luce, che rappresenta una pausa necessaria tra i vari periodi costruttivi.
L’archetipo della casa, quale riparo degli spazi, si legge nell’enorme ingresso/piazza coperta che crea un interno disponibile per la comunità, un enorme vuoto pensato come zona di attesa e di transito, lasciata libera per gli imprevedibili usi legati alla vita universitaria. Il nuovo organismo sembra vivere in simbiosi con l’esistente e diventare spina dorsale per l’intero blocco eterogeneo.
Le ampie vetrate, le alti pareti spigolose e le sezioni articolate che creano improvvisi giochi di luce, sono in linea con l’architettura elegante e sofisticata dei Mateus e, più in generale, con la scuola portoghese.