È tutto italiano il progetto di Jellyfish Barge: una serra idroponica galleggiante per coltivare senza sprecare suolo, acqua ed energia.
In risposta alle previsioni di crescita della popolazione mondiale di oltre dieci miliardi di persone entro i prossimi quarant’anni, arriva Jellyfish Barge, un esperimento innovativo sviluppato e messo a punto da un team di architetti e botanici, capitanato da Antonio Girardi e Cristina Favretto di Studiomobile e dal botanico, professor Stefano Mancuso, fondatori di Pnat, spin-off dell’Università di Firenze..
COLTURA IDROPONICA ANCHE NEI GRATTACIELI. È L'URBAN SKYFARM
{loadposition googlebozzola}
CHE COS’ È L’IDROPONICA?
La tecnica di coltura idroponica permette di coltivare ortaggi e vegetali fuori terra con il continuo riciclo dell’acqua, permettendo un risparmio idrico fino al 70% rispetto alle colture tradizionali.
Nel caso di Jellyfish Barge, l’acqua dolce è ricavata da sette dissalatori solari posti lungo il perimetro, ideati dallo scienziato ambientale Paolo Franceschetti, che arrivano a produrre fino a 150 litri al giorno di acqua pulita, attraverso il fenomeno naturale della distillazione solare (replicato in piccola scala), utilizzando acqua salmastra, salata o addirittura inquinata.
L’energia per il funzionamento di ventole e pompe è fornita da impianti, integrati nella struttura, che sfruttano le fonti rinnovabili.
Tutta la complessità del sistema è controllata da un impianto di automazione con controllo remoto.
MATERIALI LOW COST E MODULARITÀ
Da ottobre 2014 un prototipo funzionanteè visibile nel Canale Navicelli, fra Pisa e Livorno. Per la sua costruzione, realizzata con il contributo della Regione Toscana e della fondazione Ente Cassa di Risparmio, sono stati utilizzati materiali a basso costo e tecnologie semplici. La serra si presenta come un’unità modulare, realizzata su una piattaforma galleggiante in legno di circa 70 mq, appoggiata su 96 fusti di plastica riciclata e ricoperta da una cupola in vetro a struttura reticolare.
Le dimensioni sono contenute e adatte a sostenere due nuclei familiari, garantendo sicurezza idrica e alimentare senza pesare sulle risorse esistenti. La forma ottagonale del modulo permette di affiancare più unità collegandole tra loro con piattaforme a base quadrata, trasformandosi in mercati e luoghi d’incontro per una piccola comunità sull’acqua.
Design, scienza e biologia unite per trovare soluzioni a questioni sulla sicurezza alimentare, sui cambiamenti climatici e sulle disponibilità delle risorse idriche.