Lungo la strada forestale che collega Coi, piccolo paesino abbarbicato sulle Dolomiti bellunesi in val Zoldana, ai pascoli di alta quota sulle pendici del monte Pelmo è situata la “Casera Gianin”. In origine era un semplice ricovero per pastori come ce ne sono tanti nella zona abbandonati da anni, oggi è un bivacco. Lo studio di architettura Clinicaurbana ha curato la ristrutturazione dell’edificio mantenendo la struttura e i materiali originari.
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IL PROGETTO DI CASERA GIANIN
Il volume dell’edificio è costituito da un modesto parallelepipedo addossato al pendio della montagna con una copertura a doppio spiovente per agevolare lo scivolamento della neve ed evitare il sovraccarico della struttura del tetto dato che queste zone sono soggette a nevicate copiose. Gli spazi interni si articolano su due livelli: il piano terra è in pietra e ospita in un unico ambiente la zona giorno, mentre il primo piano è in legno e accoglie la zona notte.
La prima questione affrontata dai progettisti in questa ristrutturazione è stata quella relativa ai problemi d’infiltrazione dell’acqua sia dal sottosuolo e dal terreno su cui si appoggia un lato del bivacco, sia dal tetto. Un vespaio in ghiaia grossa è stato realizzato per separare il piano di calpestio del piano terra dal suolo e uno scavo per il drenaggio è stato creato a ridosso della parte limitrofa al terreno. Il manto di copertura in lamiera, che aveva sostituito quello originale e che era ammalorato, è stato ripristinato con uno in scandole di larice tipiche della zona.
Gli interni sono semplici ed essenziali e i materiali utilizzati sono legno non trattato e pietra. Un enorme focolare posto al centro della stanza al piano terra garantisce il riscaldamento dell’intero bivacco e offre anche la possibilità di cucinare pasti caldi. L’isolamento termico del primo piano è stato realizzato attraverso la posa in opera contro i muri in legno esistenti di lana di roccia rivestita in doghe di larice.