Il comune di Ringkøbing-Skjern, in Danimarca, ha aderito al PAES (Piano Azione per l’Energia Sostenibile) nell’ambito del Patto dei Sindaci con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili entro il 2020, superando quanto stabilito nella direttiva UE conosciuta come “Pacchetto 20-20-20”. Il virtuoso Comune danese ha infatti già superato nel 2007 gli obiettivi europei con il 20% di energia rinnovabile e ora punta ad un obiettivo più ambizioso: arrivare al 65% entro il 2015, e quindi coprire il 100% del proprio fabbisogno energetico entro il 2020.
BIOGAS: CONVIENE ANCHE ALL'ECONOMIA
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Ringkøbing-Skjern è il comune con la più alta densità di animali in Danimarca, ma paradossalmente la produzione di biogas è quasi assente. D’altro canto, esistono 10 impianti di cogenerazione, di taglia piccola/media localizzati nel territorio comunale, finalizzati al teleriscaldamento e attualmente alimentati a gas naturale. Il progetto prevede di produrre biogas - dall’80% dei reflui zootecnici - in una rete di 60 piccoli impianti, interconnessi da 150 km di gasdotti. Mentre il biometano verrebbe prodotto in due impianti centralizzati di upgrading: uno da 4.500 Nm3/ora a Ringkøbing e l’altro da 2.500 Nm3/ora a Skjern, arrivando a sostituire entro il 2020 fino al 75% del gas naturale attualmente utilizzato.
Il comune ha valutato come i reflui possono essere utilizzati nella maniera più efficiente dal punto di vista energetico grazie a un modello unico che combina i menzionati CDAD con una rete di distribuzione del biogas. È chiamato "Modello Ringkøbing -Skjern" definendo così un nuovo paradigma di sostenibilità, basato sull’integrazione fra i centri di produzione agricola e i centri urbani . Si tratta dunque, non solo di un modello energetico, ma anche di un vincente esempio di come la politica, la finanza, gli enti pubblici, le associazioni di cittadini, agricoltori e allevatori possono collaborare con l’obiettivo comune di ridurre allo stesso tempo i costi di gestione dell’amministrazione pubblica, il carico inquinante degli allevamenti (odori, emissioni incontrollate di NH3 e CH4) e la bolletta energetica dei cittadini.
Di seguito le principali voci di costo del progetto, finanziato con 114 M€ :
- Costo degli impianti di biogas decentralizzati - 67 M€
- Rete di biogas e stazioni di compressione - 25 M€
- Impianto di upgrading - 7 M€
- Adattamento/acquisto dei cogeneratori - 15 M€
Secondo Energinet.dk, il distributore nazionale danese di gas, il Modello RKSK rappresenterebbe un ottimo volano per il miglioramento della produzione di biogas e la creazione di una infrastruttura sostenibile in Danimarca. Attualmente il Programma Danese per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Energia (EUDP) supporta lo sviluppo e l’implementazione del progetto che verrà cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica (European Energy Efficiency Fund, EEEF, una “società d’investimenti a capitale variabile” secondo la legge del Lussemburgo) ed è stato fondato dalla Commissione Europea in cooperazione con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Il capitale iniziale erogato dalla Commissione Europea attraverso la BEI, si è poi arricchito dei contributi di altri partner come la Cassa Depositi e Prestiti, e la Deutsche Bank che gestisce gli investimenti.
Infine, nel paese delle turbine eoliche, non poteva mancare quello che definiremmo come il "Modello Ringkøbing -Skjern V2.0", ovvero basato nella produzione di idrogeno a partire dagli eccedenti di elettricità generata dalla fonte eolica, e successivamente la sua trasformazione in metano mediante il processoSabatier , tecnica che utilizzala CO2 del biogas come fonte di carbonio per la reazione chimica. In questo modo, è possibile immagazzinare gli eccedenti di energia elettrica sotto la forma di un vettore energetico tecnologicamente più facile da utilizzare dell’idrogeno, quale appunto il metano, ad un costo competitivo con quello delle batterie, circa 4,5 centesimi di euro per kWh immagazzinato.