Legambiente ha pubblicato nel mese di Agosto il dossier “Salviamo le coste italiane” che contribuisce a fotografare lo stato attuale del paesaggio costiero del territorio italiano. Il dossier fa seguito ad una serie di studi, condotti nel merito della campagna “Mare monstrum”, volti a identificare e quantificare le situazioni di maggiore criticità nelle diverse regioni, dovute alla eccessiva urbanizzazione.
SALVARE LE COSTE: I DANNI DI ABUSIVISMO
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QUADRO NORMATIVO
L’occasione per cui Legambiente ha sviluppato questo nuovo Dossier 2015 è stata l’approvazione della Legge Madia del 4 Agosto.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede ad oggi che per costruire in zona costiera sia necessario ottenere una autorizzazione di carattere paesaggistico dalla Soprintendenza e non solo una autorizzazione del Comune di pertinenza. Con questa nuova riforma, trascorsi 90 giorni dalla richiesta di autorizzazione, senza risposta della Soprintendenza, scatta il silenzio assenso e la costruzione può essere messa in cantiere.
Se da un lato probabilmente la legge è volta a ridurre i tempi burocratici generalmente lunghi e a far smuovere gli uffici competenti, dall’altro rischia di portare ad una serie di autorizzazioni concesse a veri e propri ecomostri, solo per ritardi nella pubblica amministrazione.
In merito, il vicepresidente di Legambiente Zanchini dichiara: “Occorre cambiare le regole di tutela, che si sono rivelate del tutto inadeguate a salvaguardare i paesaggi costieri dalla pressione edilizia, e istituire un sistema di controlli adeguati e di condivisione delle informazione tra i Ministeri dei beni culturali e dell'ambiente, Regioni e Soprintendenze, Comuni e forze di polizia. Occorre poi completare la pianificazione paesaggistica, perché oggi solo Puglia, Sardegna e Toscana lo hanno fatto introducendo chiare indicazioni di tutela, attraverso un’intesa con il Ministero dei Beni culturali".
LO STATO ATTUALE DELLE COSTE
Legambiente ha analizzato i processi di costruzione, legali o meno, nelle diverse regioni italiane e ha valutato come ci sia stato negli ultimi decenni un notevole aumento percentuale del suolo costiero occupato. La tabella riporta gli aumenti percentuali.
Un caso emblematico è la Liguria dove su un totale di 345 km di il 65% del totale è stato modificato da interventi edilizi, specialmente riguardanti strutture legate alle attività portuali.
Nel Lazio risulta occupato il 63% della costa, di cui il 20% è stato urbanizzato dopo l’entrata in vigore della Legge Galasso. La maggior parte delle costruzioni sono residenze turistiche e seconde case.
Segue la Toscana con il 44% di suolo costiero occupato. Solo il 15% del suolo costiero totale risulta oggetto di tutela ambientale.
Situazione analoga in Abruzzo e Calabria, dove più della metà del suolo costiero è occupato da abitazioni di carattere temporaneo e turistico, la maggior parte abusive nel caso della Calabria.
In Abruzzo tali costruzioni costituiscono una vera e propria barriera tra il mare e il territorio circostante, impedendo la vista, l’accesso e la normale modalità di utilizzo delle coste.
GLI OBIETTIVI DEL DOSSIER "SALVIAMO LE COSTE ITALIANE"
Nel Dossier recentemente pubblicato Legambiente pone alcuni obiettivi necessari per la salvaguardia del patrimonio costiero italiano.
Il primo obiettivo è una maggior tutela a livello normativo, come già accennato in precedenza.
Ulteriore passo è la riqualificazione della costa, ovvero la messa in opera di interventi concreti per migliorare, ove ormai non compromesso, il territorio.
Ripensare l’offerta turistica, adeguare le strutture spesso costruite senza attenzioni estetiche o qualitative, eliminare le strutture abusive, pianificare la mobilità di accesso alla costa sono tutti interventi necessari per tutelare il patrimonio costiero che è identitario del nostro paese.