Situato nei pressi di Rignano sull’Arno, provincia di Firenze, sorgeva diroccato e dimenticato da tempo il complesso colonico denominato “Podere Aiaccia”. La rinascita è stata possibile grazie alla definizione di una nuova destinazione d’uso, ma soprattutto grazie al meticoloso lavoro di analisi critica dell’esistente e di progettazione dell’intervento di recupero curato dall’Architetto Silvia Nanni.
IL RECUPERO DEL VECCHIO FIENILE TRASFORMATO IN CASA DI VACANZE
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IL PROGETTO DEL PODERE
Il complesso architettonico è costituito da due edifici distinti, uno principale e un fienile, collocati su di un crinale ventoso. I volumi sono adagiati sul terreno in apparente ordine casuale cercando di mimetizzarsi il più possibile nel paesaggio, in realtà la loro posizione è dettata da esigenze di benessere ambientale interno sfruttando i venti dominanti. I proprietari hanno deciso, in accordo con le vigenti normative, di destinare i due stabili ad abitazione: tre appartamenti sono stati collocati nell’edificio principale, mentre l’ex-fienile è occupato da un’unica unita immobiliare.
La mano del progettista è stata guidata dal desiderio di raccontare le vicende storiche dei manufatti e soprattutto la stratificazione dei materiali e delle tecniche costruttive che si sono succedute nei secoli aggiungendo un capitolo alla storia dell’edificio. Il complesso, come oggi lo vediamo, infatti, è il risultato di diverse aggiunte e sottrazioni effettuate nel corso degli anni. Tutto il recuperabile e riutilizzabile è stato salvato: ad esempio, le porzioni di laterizio dei muri portanti di cui si è reso necessario lo smontaggio sono state riutilizzate per il completamento della facciata.
È stato necessario rinforzare le fondamenta attraverso l’inserimento di micropali e la creazione di sotto-fondazioni. I solai e le coperture, interessati da un avanzato stato di degrado, sono stati sostituiti optando per una soluzione tipica della tradizione fiorentina: travi e travicelli in legno di castagno e pianelle in cotto imprunetino. I volumi non sono stati alterati nonostante i nuovi pavimenti abbiano uno spessore maggiore di quelli preesistenti in quanto sono state inserite le tracce degli impianti. Inoltre, al piano terra è stato realizzato un vespaio aerato per evitare il contatto diretto con il terreno umido.
La compatibilità dell’intervento e dei materiali è stata studiata di volta in volta in base all’evoluzione del cantiere in modo da adattarsi al meglio senza creare un ulteriore degrado. Spesso si preferisce una ristrutturazione pesante, sicuramente meno onerosa dal punto di vista economico, ma più costosa da tutti gli altri punti di vista. Recuperare i saperi, interpretarli e riutilizzarli costituisce un patrimonio inestimabile per la progettazione sostenibile. I mastri costruttori riuscivano a realizzare soluzioni ideali per il benessere abitativo senza ricorrere a materiali altamente specializzati, ma solamente ingegnandosi con i pochi mezzi che avevano a disposizione e soprattutto “ascoltando” il luogo.